Storia

Trieste simbolo ed obiettivo della Grande Guerra

Da considerare la cultura locale che questi itinerari, quelli della Grande Guerra lungo l'altopiano del Carso triestino, ci offrono: gli usi e i costumi in cui si mescolano il retroterra latino, germanico e slavo o i piccoli insediamenti che offrono prodotti tipici e feste popolari antiche.

E parlando di prima guerra mondiale non si può certo "dimenticare" Trieste, gemma e capitale centroeuropea situata tra il Golfo e la zona collinare. Con le case della città che arrivan fin all'Altopiano. La città nel XVIII secolo, durante la dominazione austro-ungarica, si affermò come porto-franco e luogo deputato agli scambi culturali e commerciali tra tre diversi mondi e modi di pensare: mediterraneo, balcanico e germanico. Questa multiculturalità venne spazzata via dal sorgere dell'irredentismo e del nazionalismo verso il termine del XIX secolo. Una delle ragioni più importanti che portarono all'entrata in guerra del Regno d'Italia contro l'Austria-Ungheria.

La prosperità e la posizione resero Trieste simbolo e, soprattutto, obiettivo della guerra italiana, ma gli attacchi ed i raid alla città giuliana vennero stoppati dall'eccezionale linea difensiva Trstelj-monte Ermada. E Trieste è riuscita a mantenere intatti ed integri i palazzi e le dimore storiche, gli scorci, gli angoli tipici e suggestivi ed i caffè caratteristici, dove l'atmosfera ed il fascino sono ancora quelli di inizio 1900 quando erano frequentati da letterati della fama di Italo Svevo, James Joyce, Umberto Saba: un vero e proprio patrimonio artistico, storico e culturale di alto livello.

Per il monte Ermada è possibile invece visitare il museo all'aperto con le fortificazioni austro-ungariche.


Nella foto: porto e città di Trieste viste dal golfo omonimo.

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