Trieste e la splendida costa, tra mare e alte scogliere, sipario del magnifico Carso

Sino a Trieste il litorale è davvero piatto: se si toglie l’eccezione del Monte Conero; il Mar Adriatico si presenta basso, facile, sabbioso. All’arrivo nella città giuliana cambia il panorama, che diventa più aspro, più frastagliato: è lì che comincia l’Istria, la storica Illiria, è lì che si vede la perfetta cesura con l’Italia. Una cesura solo geografica e paesaggistica, sia chiaro, perché la voglia d’Italia della città è stata sempre dimostrata nei secoli. Ma lì c’è anche ilCarso, paradiso per i naturalisti, dove si possono trovare luoghi davvero unici, che parlano di natura e di pace ma che non dimenticano la guerra, atroce, quella Grande, ma anche la Seconda, che non dispensò meno lutti e sofferenze. I segni dell’insulsa follia delle genti ce ne sono ancora tanti e non serve cercare di scansarli, sono loro che vengono intorno, che affascinano i visitatori, che si domandano come sia stato possibile tutto ciò. Compare, allora, la trincea di addestramento, dove le reclute dell’esercito austroungarico si addestravano prima di essere mandate al fronte a combattere. Oppure i tanti cimiteri che ricordano ancora con più forza, il segno della stoltezza, cimiteri in gran parte dei soldati imperial-regi perché gli italiani a Trieste ci arrivarono solo il 4 novembre 1918. Il Carso però è anche bello, al di là dei tristi ricordi, dove c’è chi scompare, il Timavo, pur rimanendo molto presente, nel rumore e nel pensiero e c’è chi compare come i ricordi. Un luogo bellissimo, che fa da corolla, a Trieste, anch’essa bellissima.