Arte, cultura e tradizioni

Il Faro della Vittoria: Trieste tra fascino "esotico" e storia patria

Trieste: la «grazia scontrosa» di una terra di frontiera dove si è compiuta la storia

Le città di confine possiedono sempre un fascino speciale e impalpabile, ancor più se sono affacciate sul mare come la bellissima Trieste! In più, attraverso alcuni suoi luoghi-simbolo, la città di Umberto Saba e Italo Svevo racconta un'importante capitolo della storia patria. Il Faro della Vittoria, che domina il golfo di Trieste, è appunto uno di quei monumenti al sacrificio compiuto nella prima guerra mondiale per riconquistare la città al Regno d'Italia.

Faro della Vittoria, per proteggere i marinai di oggi e ricordare quelli di ieri

Inaugurato nel 1927 da un progetto dell'architetto A. Berlam, il Faro della Vittoria di Trieste ha preso il posto di quello che era stato un antico forte austriaco.

Da quasi un secolo, illumina il golfo di Trieste con una imponente colonna alta 70 metri rivestita in pietra carsica e istriana, sovrastata da una cupola in rame e da una statua della Vittoria alata, anch'essa in rame. La gabbia che racchiude la lanterna-faro è invece realizzata in bronzo e cristallo; mentre la parte frontale della lanterna è ornata dalla statua del Marinaio.

Oltre alla funzione di guida ai naviganti durante le ore notturne, infatti, il Faro della Vittoria è anche un edificio commemorativo dei caduti del mare durante la Grande Guerra (come testimonia l'iscrizione leggibile sulla base: «SPLENDI E RICORDA I CADVTI SVL MARE (MCMXV - MCMXVIII)».


Nella foto: il Faro della Vittoria e il golfo di Trieste di notte.

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