Enogastronomia

Le osmize triestine: socialità tra tradizione e modernità

C'è chi tra gli osmizzeri triestini e dell'altopiano del Carso, ispirato dallo spirito giovanile e goliardico, attraverso un gioco di parole, ha creato, richiamandosi alla nota celebrazione americana di fine Ottobre, la festa denominata "Hallovin" in cui gli avventori delle osmize possono gustare il vino nuovo con le castagne. Da rilevare sociologicamente come oggi siano cambiati i clienti; un tempo erano persone di una certa età, la maggior parte "armate" di fisarmonica. Oggi ci sono molti più giovani e le caratteristiche fisarmoniche, regine incontrastate delle osmize (dette anche osmizze) di allora, stanno lasciando sempre più spazio alle melodiose chitarre.

Molti habitué riferiscono di essere cresciuti all'interno delle osmize e che i loro figli cominciano la frequentazione consentendo quel ricambio generazionale essenziale per tramandare tradizioni e usanze. Altro particolare interessante è che un tempo gli avventori erano soliti recarsi nelle osmize per gustare del buon vino portandosi però da casa il mangiare.

Naturalmente le osmize geograficamente situate al confine di diverse nazioni favoriscono l'interscambio di idee e di culture, con contaminazioni sempre più marcate e leggende che si propagano nelle vallate. Infatti è molto frequente che ad alcune osmize sia stato attribuito un toponimo riconducibile al dialetto o alla lingua delle popolazioni confinanti. C'è anche chi ha deciso di riadattare la propria osmiza facendone un locale per ascoltare musica jazz rivendicando con orgoglio l'unicità della locanda ai propri affezionati clienti.


Nella foto: gnocchi di prugne. Dolce tipico di Trieste.

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